Da Social Media Marketing a Social Media Ecosystem: l'ambiente evolutivo di un Brand 2.0

social media marketing e brand 2.0

E’ da qualche tempo che provo a riassumere in una sola slide la visione di come dovrebbe e potrebbe funzionare oggi il rapporto tra aziende e persone  mediato dai Social Media: ci avevo provato già qui e qui ma il risultato ancora non mi pareva completo. La definizione e il nome stesso di Social Media Marketing mi è sembrata nel tempo sempre più riduttiva oltre che fuorviante: le potenzialità che i social media offrono a un brand infatti non si ridicono alla semplice presenza e vendita ma, anzi, spesso si configurano (o si dovrebbero configurare) come “layer di relazione” continuativo. Ormai il brand è IMMERSO in un sistema, quasi un ecosistema di relazioni con i propri clienti/utenti, mediate da quello che può essere visto come uno “strato” di Social Media. In questo ambiente evolutivo si sviluppa la narrazione della marca e il suo rapporto con le persone: dalle prime fasi di conoscenza (clienti potenziali) in cui ciò che conta è la visibilità e la notorietà (acquisite grazie alla produzione di contenuto più o meno pubblicitario, condivisione di risorse, ecc..) a quelle della vendita fino alla gestione della relazione postvendita (clienti acquisiti), in cui le attività sui Social Media sono prevalentemente di PR e CRM per consolidare la reputation del brand e la fedeltà dei consuma(t)tori. Sintetizzato nell’immagine qui sopra, fare Social Media Marketing per un brand significa tutto questo quindi, insieme: Advertising, SEM, PR online e CRM, con obiettivi differenti a seconda della fase del rapporto tra azienda e cliente. E in tutto questo il prodotto dov’è? Il prodotto è quel bollino rosso al centro, il cuore di tutto, parte stessa dell’identità del brand: se non funziona, tutto l’ecosistema intorno crolla. Viceversa se funziona benissimo (molto più della media) in qualche caso viene meno la necessità di essere presenti sui Social Media, vedi il caso Apple. Il passo successivo è inserire questo ecosistema in una più globale strategia di marketing e brand management. Alla prossima.

Claudio Vaccaro

Articolo di Claudio Vaccaro

Creo aziende di successo insieme a persone che condividono la mia visione, investo in startup contribuendo alla loro crescita e trasferisco valore con i corsi che tengo nelle più importanti business school italiane.

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Enzo Santagata
14 anni fa

Complimenti Claudio, una sintesi molto chiara e semplice da comprendere. Brav 🙂

Andrea
14 anni fa

Ciao Claudio,

totalmente d’accordo con la tua analisi che avevo già apprezzato in passato.

C’è però un problema di forndo nella realtà italiana. Trovandomi quotidianamente a fare dei benchmark sulle campagne social media effettuate dai brand, mi convinco che manca un omogeneità nelle strategie di questo tipo. Sono ancora poche le agenzie (e di conseguenza le aziende) che in Italia possono vantare diversi successi per un approccio di tipo duraturo. Alla fine risulta che le attività di “buzz” a corto termine sono in parte distaccate con il resto della strategia; stessa cosa vale per il resto del media mix dove si lavora a compartimenti stagni.

Facendo una previsione per il 2010 credo che l’obbietivo sarà quello di riuscire a motivare la collaborazione di tipo strategico tra i vari soggetti che si occupano del brand (proprio perchè viviamo in un ecosistema).

Andrea

Claudio Vaccaro
14 anni fa

@Enzo: grazie collega!! :))
@Andrea: difatti secondo me l’incomprensione genera anche difficoltà nella proposizione di vendita…produrre buzz per fare promozione a un prodotto specifico (siamo nel territorio della pubblicità e PR online) è qualcosa di endemicamente diverso da presidiare in maniera continuativa il rapporto tra azienda e cliente (qui siamo passati a un simil-CRM). Anche se l'”ecosistema” è lo stesso, l’una la puoi “vendere” come attività da agenzia, l’altra secondo me ha più un valore se gestita internamente (forse puoi vendere la strategia, ma non l’attività in sé). Opinioni personali, in evoluzione. 🙂

Andrea
14 anni fa

Mi trovo con quello che dici: c’è bisogno di un maggior numero di aziende che utilizzino gli ecosistemi internamente per quel rapporto continuativo.

Sara Caminati
14 anni fa

Complimenti davvero per la sintesi e il post!

Dr_Who
14 anni fa

Hola Clyde,
sostituirei il concetto di CRM con quello di WnRM (http://www.drwho.it/?s=Wnrm)
molto più in linea con il sistema narrativo.

Claudio Vaccaro
14 anni fa

@Sara: grazie!!
@Dr_Who: tu sei stato un precursore Camì! Personalmente solo ora io sono riuscito a inquadrare la situazione più ad alto livello. E’ un lavoro non completo, in costante evoluzione. Il fatto di scrivere “CRM” è semplicemente per identificare il tipo di attività (anche dire “Pr” è riduttivo). Il senso era indicare che con i Social Media le vecchie attività non spariscono, cambiano solo approccio e si adattano.

Doctor Brand
14 anni fa

Ciao Claudio,

innanzitutto grazie per il link sulla brand identity! 😉

Trovo la tua analisi condivisibile e pertinente. La rivoluzione dell’approccio “internet sociale” deve partire dal prodotto: senza qualità non si va da nessuna parte.

L’unico “neo” grafico del tuo approccio è forse che l’attività di PR sono rivolte anche [e soprattutto?] a prospect e suspect, oltre che ai già clienti; di conseguenza anche la reputation influisce molto secondo me nel processo decisionale pre-acquisto. Che ne pensi? Guarda qui se vuoi x avere qualche spunto in più: http://www.doctorbrand.it/2009/10/comportamento-dacquisto-post-moderno.html

Comunque sei veramente un secchione invidiabile: complimenti! 😛

Jacopo

kawakumi
14 anni fa

Gran bel lavoro Clyde!

Se devo fare un piccolo appunto (devo?) direi che concordo con Jacopo… é molto difficile porre una netta demarcazione tra le aree/attività rivolte ai customer e quelle dirette ai prospect… Come diceva Jacopo, Reputation e PR sono forse ancora più importanti per i secondi, ma è vero anche che sono utili anche a fidelizzare…

Claudio Vaccaro
14 anni fa

@DoctorBrand @Kawakumi: grazie dei complimenti ragazzi…concordo con voi anche se…la freccia è circolare apposta! 😀 Proprio per marcare questa influenza continua delle attività svolte su alcune tipologie di clienti (ad esempio gli acquisiti) su altre tipologie (ad esempio i prospect) in differnti momenti. Prima o poi raggiungeremo il Graal del SMM!!! (delirio)

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