Il futuro dei Social media?

Sul blog del mio amico Sacha Monotti leggo un interessante post sul futuro dei Social Media. Ne h già parlato qui, ma lo riporto anche su Socialware per amor d coerenza..

Prevedere un tale fenomeno è molto difficile.
Quel che mi sento di dire, però, è che i Social media permettono una interazione bidirezionale, ma la chiave di volta è interpretare il modo attraverso cui questa interazione avvine/avverrà. Se è vero che esiste il fenomeo di una reinterpretazione dei contenuti, dei mush-up, molto probabilmente le aziende dovranno rivedere – per ora – il modo di coltivare questa bidirezionalità. Ad oggi, per il grado di evoluzione che abbiamo, è troppo azzardato lasciare tutto in mano alla rete; per due ordini di motivi: 1) le aziende non sono pronte 2) la rete non è così pronta [appunto per il motivo che dicevo prima]. Quello che mi aspetto è un percorso che Aziende e Rete possono intraprendere insieme, non forzando le tappe, ma interpretandole giorno per giorno. Anzi costruendole giorno per giorno. In questo cammino un grosso sforzo è richiesto alle aziende, ce devono reinterpretare la relationship, non più in ottica CRM, ma in ottica WnRM (Wiki Neighbourhood relationship Management). L’unica cosa certa è che vivremo in ere in cui uno dei principali capitali sarà la Relazione. Chi per primo lo capirà, avrà un vantaggio competitivo duraturo e difendibile.

Claudio Vaccaro

Articolo di Claudio Vaccaro

Creo aziende di successo insieme a persone che condividono la mia visione, investo in startup contribuendo alla loro crescita e trasferisco valore con i corsi che tengo nelle più importanti business school italiane.

guest
2 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
simone corami
simone corami
15 anni fa

Sicuramente interessante. Ma la domanda non è se le aziende o la rete siano pronte, quanto se sia pronta un’economia basata sul consumo e non sul capitale sociale e relazionale.
Come cambia la nostra antropologia questo approccio? Non è forse il caso di rimettere in discussione il soggetto uomo? Esiste già un Homo 2.0, evoluzione del sapiens?
La rete non è un’occasione per fare soldi e basta, se non si capisce questo non si può comprendere la sua dinamica innovativa.
Sarebbe il caso di rileggersi Gregory Bateson ed i suoi discorsi sul digitale.

Claudio Vaccaro
15 anni fa

@Simone: già, l’homo 2.0. sui risvolti antropologici e sociologici dietro al balzo evolutivo che la Rete ha innestato ci si potrebbe scrivere libri su libri. io ritengo che però la chiave interpretativa sia proprio nella funzione di “miccia”, di “booster” del 2.0. Molti processi di cambiamento culturale e sociologico PARTONO da innovazioni tecnologiche (vedi il telefono, il treno, la macchina, il vapore).

Per quanto riguarda il problema di aumentare la contribuzione, copio il commento che ho fatto anche nel blog di Sacha: i problema è sempre quello della regola 1:10:89 …la chiave è in quel 10% di “partecipanti non produttori”, più ancora che nell’89% di spettatori. Quanto più si riuscirà a spingere gli utenti che commentano, votano, leggono e giudicano a mettersi in gioco e produrre contenuto, quanto più i social media saranno inclusivi. Cosa occorre?
http://www.socialware.it/social-media/come-incrementare-la-partecipazione-degli-utenti-in-un-social-network

In ogni caso di ricette pronte non ce n’è e previsioni precise non se ne possono fare. Vero è che i dati di adesione ai Social degli under 20 fanno capire la dimensione e la tendenza del fenomeno…

© 2020 Claudio Vaccaro. All rights reserved.