Il Social Media ROI esiste: metriche e case history per non perdere la bussola

Spesso alla domanda “Qual è il ROI del Social Media Marketing?” viene da rispondere che non c’è, o almeno non è calcolabile. Nonostante la parola, fare MARKETING sui social media riguarda più le PR online e il Brand Management che la pubblicità. Anzi, le aziende che iniziano a fare Social Media Marketing con un approccio “banner-like” che pensano basti “farsi vedere” e piazzare bandierine sui social network per vendere di più, inziano col piede sbagliato e spesso falliscono il loro scopo.

L’obiettivo primario che si pone il Social Media Marketing non è direttamente vendere di più, ma guadagnare brand-reputation e brand-engagement, in seguito a un rapporto di scambio continuo e proficuo con i propri clienti sui Social Media (fatto di ascolto, relazione e azione). Sentirsi parte di una comunità e vivere esperienze di acquisto positive trasforma infatti i propri clienti nei migliori ambasciatori della marca: VENDERE diventa una CONSEGUENZA dell’acquisizione di reputazione e fedeltà, frutto del passaparola (o buzz) che in rete trova spazi e potenzialità molto più ampi di quelli offline. Nulla a che vedere insomma con la pubblicità.

Guadagnare reputazione e la fedeltà dei clienti, creare affinità verso il brand o l’azienda, richiedono però non solo soldi ma soprattutto tempo, visto che occorre costruire un rapporto. Per questo gli obiettivi e i risultati del Social Media Marketing sono verificabili a medio-lungo termine (non a breve come una campagna di advertising) e hanno a che fare più con la qualità che con la quantità. Tutto ciò ovviamente rende difficile un calcolo del ROI, il return of investment che utilizza metriche tipiche della pubblicità e della vendita e che necessita di un nesso causale diretto: quanto ho incrementato le mie vendite a fronte di un investimento in pubblictà e comunicazione?

Detto questo, è altrettanto chiaro però che un’azienda non spenderà mai del denaro senza avere una chiara idea dei risultati che può ottenere, di qualunque natura essi siano. Le domande che in tanti si pongono ancora, essendo una disciplina piuttosto giovane, iniziano ad avere delle risposte:

  • Olivier Blanchard (ripreso anche da Mashable e dal Cdms), prova a definire nuove metriche più adatte a questo tipo di azione di marketing
  • Jon Cockle spiega come sia possibile misurare le azioni di SMM
  • Nathan Gilliatt descrive i modelli proposti di 3 diverse agenzie: qui la traduzione in italiano
  • Socialnomics ci fornisce invece ben 33 esempi di ROI tangibile calcolato.

Di seguito video e presentazione assolutamente da non perdere, ottimi punti di partenza per costruire un modello utile a chi vuole investire sui Social Media: chissà se potrà essere un modello “UGC”, costruito e arricchito progressivamente da esperti in social media marketing? Siamo solo agli inizi ma sono sicuro che sull’argomento vedremo sempre più voci e materale (anche su Socialware!)

Case histories Social Media ROI

Olivier Blanchard: Basics Of Social Media Roi

Jon Cockle – Social Media Roi: measuring the unmeasureable?

Claudio Vaccaro

Articolo di Claudio Vaccaro

Creo aziende di successo insieme a persone che condividono la mia visione, investo in startup contribuendo alla loro crescita e trasferisco valore con i corsi che tengo nelle più importanti business school italiane.

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Antonino
14 anni fa

Molto chiaro.
Purtroppo spesso ci si scontra con una mentalità ce vuole risultati subito, anche se questi risultati significano solo un fuoco di paglia.
Una buona reputazione e immagine che durino nel tempo richiedono impegno, costanza e pazienza nel raggiongimento dei risultati.

Filippo
14 anni fa

Sono perfettamente d’accordo con voi.
Il tentativo di misurare dei dati che restano assolutamente aleatori se approciati con i vecchi sistemi “banner like” rappresenta una bella sfida. A questo proposito ti segnalo per la tua ricerca, la presentazione del workshop di andrea barchiesi che ho seguito quest’anno a Iab Forum, proprio sulla misurabilità degli impatti del buzz marketing
http://www.iabforum.it/Asset%5Ccontributi%5C49.pdf

Dr_Who
14 anni fa

complimento per il restyling! quoto con questo mio http://www.drwho.it/2009/10/09/roi-questo-sconosciuto-per-i-social-media/

Andrea
14 anni fa

Bello. Chiarissimo.
Diciamo che lo condivido 😉

Gianluca Arnesano
14 anni fa

Bene Claudio ottimi spunti :)) di cui c’è davvero bisogno.

Dalle nostre parti, nel nostro stagno congelato, abbiamo elaborato un indice proprietario per verificare l’ Engagement Rate sui social media … che ti manderò in pvt 🙂

Poi mi dici che ne pensi 😉
G.

Claudio Vaccaro
14 anni fa

@Antonino: il difficile è farlo capire al management, che è il primo a volere risultati subito!
@Filippo: grazie, mi sembra davvero ben fatto, me lo studierò bene
@Dr_Who: continua la discussione…:) grazie!
@Andrea: siamo solo agli inizi, ma il tema è molto affascinante, vedo che c’è molta attenzione
@Gianluca: ho visto qualcosa sul vostro sito, mi ha incuriosito molto infatti volevo chiedertelo…aspetto…prima della partita! 😉

Gianluca Arnesano
14 anni fa

eh eh … per questioni di opportunità ne parleranno prima alcuni giornali 🙂
poi spero tutti !!!

ma in privato ne possiamo ragionare 🙂

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[…] da cui “prendere”, senza investire. E’ ovviamente una concezione sbagliata, come abbiamo già detto. E’ ovvio che il tema culturale è centrale per incrementare quelle cifre. Noi faremo la […]

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[…] L’ARGOMENTO del 2010. Ad aggiungere un tassello in più ai tanti esempi e ipotesi di modelli di calcolo del ROI (oltre a chi legittimamente sostiene l’inutilità della questione), ci ha pensato […]

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