Oltre il corporate blog

 Quando si parla di internet la maggior parte delle aziende lo interpreta inserendo il web all’interno di un approccio multicanale. Bene. Non tanto, penso. In un’ottica multicanale si rischia di relegale il web ad una mera funzione di vendita, di touch point fine a se stesso. Non è così. Il web consente ambiti di manovra che vanno oltre la semplice “vendita”. Offre ambiti di relationship che vale la pena assecondare. Ad oggi sono poche le aziende che interpretano il web con un approccio di questo tipo. Alcuni esempi ce li mostra Maurizio Goetz sul suo blog: La società farmaceutica Eli Lilly è una di queste: ha creato una community sul web che ha chiamato Innocentive che ha attirato circa 7.000 ricercatori che hanno lavorato con la società per risolvere problemi chimici in cambio di bonus in denaro. Ma non è la sola  La Texas Instrument ha creato un progetto on line per dialogare con oltre 30.000 insegnanti di scuola superiore per lo sviluppo delle calcolatrici T1-92 e coinvolgendo i consumatori nell’intero progetto di design, ha fatto in modo che il prodotto rispondesse ai bisogni del mercato e ha creato nei clienti potenziali futuri un senso di appartenenza ed una maggiore fidelizzazione. Il primo passo che le aziende dovrebbero compiere è quello di ripensare il modo di interagire con il proprio cliente: il web consente non solo di entrare in contatto, ma di interagire in maniera molto attiva con il proprio pubblico. Il secondo passo è basare la relationship che si vuole sviluppare facendo una attenta “analisi del valore” che si vuole generare: valore inteso non in termini economici, ma di Conoscenza reciproca con il Cliente. E’ questo il vero Valore che nel tempo si trasformerà anche in valore economico. Il web ha la potenzialità intrinseca di ridare all’azienda l’ambito partecipativo sociale, che deve essere assecondato in quanto l’azienda è essa stessa parte di un ambiente sociale che continuamente la stimola. Non si tratta di creare comunità in modo fittizio o comunque forzato, ma di attivarle in modo naturale, creando diversi livelli di inter-azione e integrazione. Carne al fuoco ne è un bell’esempio.

[tags]corporate blog, marketing 2.0, marketing relazionale[/tags]

Claudio Vaccaro

Articolo di Claudio Vaccaro

Creo aziende di successo insieme a persone che condividono la mia visione, investo in startup contribuendo alla loro crescita e trasferisco valore con i corsi che tengo nelle più importanti business school italiane.

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Emidio
16 anni fa

è una cosa che in qualche modo vorremmo fare anche noi con il nostro sito aziendale. vorremmo sfruttarlo per fare da aggregatore. il problema è dosare le informazioni “commerciali” con quelle puramente “collaborative”. lo scopo è quello di condividere informazione e fare rete, possibilmente in un’ottica di produttività economica. se gli dai un occhiata e mi fai sapere cosa ne pensi mi fa piacere.

Camillo Di Tullio aka Dr_Who

Emidio, ho visitato il tuo sito. L’ambito “social” è un discorso abbastanza complesso e dipende dal tipo di relationship che vuoi iniziare ad instaurare con i tuoi lettori/frequentatori/clienti. Il “fare rete” è un ottimo approccio, ma va calato nella realtà che intendi gestire per trasformarlo in ROI effettivo.

Emidio
16 anni fa

Questa è la sfida, dosare la comunicazione SN con la necessità di far ritornare un investimento. Il primo step, correggimi se sbaglio, è quello di far aumentare i contatti del sito. Io penso che articoli generici e realmente utili potrebbero servire allo scopo (almeno lo spero).

http://sex-zip.ru/mapp.html

Excellent blog and very interesting information. And the information actual for today? http://sex-zip.ru/mapp.html

могунет
15 anni fa

Классный у тебя сайтик. Есть свой стиль. А я вот делаю как попало, и не читает меня никто, кроме друзей.

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